Salari
Secondo uno studio della CGIL, oltre 6,2 milioni di lavoratori dipendenti in Italia guadagnano meno di 1.000 euro netti al mese, a causa di salari bassi, contratti precari, part time involontari e impieghi poco qualificati.
L’economia italiana avanza, ma a fatica: secondo il Centro Studi di Unimpresa, il PIL nel 2025 crescerà tra lo 0,7% e lo 0,9%, un ritmo troppo lento per recuperare il terreno perso negli ultimi anni. L’inflazione, scesa all’1,3%, non basta a restituire alle famiglie il potere d’acquisto eroso durante la crisi. I salari aumentano del 3,1%, ma il divario con l’inflazione cumulata degli ultimi due anni rimane ampio, lasciando i lavoratori ancora indietro rispetto ai livelli pre-pandemici.
Nel 2024, gli stipendi in Italia sono aumentati solo del 3,8%, un incremento leggermente inferiore al 4% previsto per il 2023. La percentuale di lavoratori che ha ricevuto aumenti legati alla performance rimane stabile intorno al 50%. Questo è quanto emerge dallo studio di Mercer su 700 aziende, che evidenzia una flessione rispetto al 2023 nonostante l’incremento dei benefit flessibili e della formazione inclusi nei pacchetti retributivi.
Nel 2023 il mercato del lavoro è stato particolarmente dinamico, ma ha evidenziato luci e ombre: le aziende, tra cui quelle del settore insurance, hanno dovuto superare l’ormai cronica carenza di candidati e di professionisti qualificati, che rendono complesso il recruiting.
L’incremento medio della retribuzione fissa registrato nel 2022 in Italia è pari al 3%, ma l’inflazione stimata a fine anno al 7% (Nadef) incide drasticamente su questo dato di crescita e incide sul salario reale dei lavoratori dipendenti italiani che risulta quindi in diminuzione del 4%.
Nel 2022 i salari dei lavoratori dipendenti italiani cresceranno del 2,5%, un incremento pari a quello degli ultimi tre anni che conferma una fase di rallentamento nel mercato del lavoro.
La crescita media delle retribuzioni in Italia si attesterà nel 2021 intorno al 2,1%, secondo quanto riportato nell’ultima edizione del “Salary Budget Planning Report di Willis Towers Watson. Tale valore è inferiore sia all’incremento effettivamente registrato nel 2020 (pari al 2,4%) sia alle precedenti stime per l’anno in corso (2,5%) e meglio riflette l’impatto del Covid-19 sui budget delle aziende.
Nonostante le ricadute economiche negative della pandemia da Covid-19, i salari in Italia crescono anche nel 2020: è quanto emerge dal Salary Budget Planning Report di Willis Towers Watson.
I giovani italiani che affrontano il mercato del lavoro con una laurea magistrale o un dottorato, percepiscono al primo impiego uno stipendio massimo di circa €32.637, il 33% in più rispetto a chi ha concluso la propria carriera scolastica con un diploma (€24.569).
Per il secondo anno consecutivo, i dipendenti italiani stanno beneficiando di un aumento del proprio salario in media del 2,5%. È quanto emerge dall’ultima edizione dell’indagine annuale Salary Budget Planning di Willis Towers Watson.
Dopo diversi anni in cui gli aumenti degli stipendi sono stati pari o inferiori al livello dell’inflazione, nel 2015 i lavoratori italiani sono pronti a beneficiare di una crescita degli stipendi in termini reali: è quanto emerge dall’ultimo Salary Budget Planning Study di Towers Watson*. Lo studio, che concerne principalmente le aziende del settore privato, rivela che lo stipendio medio italiano è cresciuto del 2.5%; ciò, unito alla bassa inflazione annuale del 0.4%**, porterà a una crescita in termini reali degli stipendi che non si registrava da molti anni.
Nel corso del 2015, in Italia, le retribuzioni aumenteranno complessivamente del 2,6%, ma, grazie al tasso negativo dell’inflazione (-0,4%), la crescita reale si attesterà al 3%. La crescita del PIL dovrebbe attestarsi allo 0,5% (rispetto al -0,4% del 2014) ma purtroppo continuerà a salire il tasso di disoccupazione (13,1% a fronte del 12,8 del 2014). È quanto emerge dall’ultima edizione dell’indagine annuale Salary Budget Planning Report di Towers Watson.