
Secondo dati recenti, i costi di spedizione sono aumentati di oltre il 300% da novembre a oggi, per via dei disagi causati agli attacchi alle merci nel Mar Rosso.
Poche ore dopo gli attacchi guidati da Stati Uniti e Regno Unito allo Yemen volti a prevenire nuovi assalti alle navi da parte dei ribelli Houthi allineati con l’Iran, i costi del petrolio sono aumentati notevolmente ed è stato rivelato che i prezzi del trasporto merci hanno continuato ad aumentare nell’ultima settimana.
La misura più utilizzata del costo del trasporto merci, lo Shanghai Containerized Freight Index (SCFI), ha toccato i 3.101 dollari per container dai 2.871 dollari di venerdì scorso, secondo quanto riferito a Sky News dalla società logistica globale DSV.
Ciò significa che l’SCFI, che misura il costo medio di un container lungo 20 piedi spedito da Shanghai all’Europa, è aumentato del 310% rispetto all’inizio di novembre.
Aumenti marcati hanno cominciato a farsi sentire a partire da fine novembre, quando la crisi del Mar Rosso si è intensificata.
Ci sono stati più di due dozzine di attacchi da parte degli Houthi alle spedizioni marittime, costringendo le principali aziende di navigazione a cambiare rotta e aggirare il Capo di Buona Speranza, evitando il Canale di Suez, facendo incrementare i costi assicurativi per una navigazione che può allungarsi di oltre 10 giorni, così come i costi del personale e quelli per il carburante.
Molte delle più grandi compagnie di navigazione del mondo – tra cui MSC, Maersk, CMA CGM e Hapag-Lloyd – hanno dirottato molti se non tutti i trasporti pianificati nel Mar Rosso verso il Sud Africa. Sebbene i costi di spedizione siano aumentati notevolmente, rimangono al di sotto dei massimi registrati nel marzo 2021, quando la nave portacontainer Ever Given bloccò il Canale di Suez.