Se pensate che le catastrofi naturali sono il fattore maggiormente impattante sulla produzione economica globale, avete sbagliato a fare i vostri conti, perché i danni provocati dall’uomo sono peggiori di quelli causati da uragani e terremoti.
Secondo l’ultimo Lloyd’s City Risk Index, 279 città di tutto il mondo rischiano perdite economiche mediamente intorno ai 320 miliardi di dollari a causa di cyber crime, conflitti interstatali e crollo dei mercati finanziari. Un ammontare decisamente superiore rispetto ai 226,4 miliardi di perdite potenziali da catastrofi naturali. L’indice, che è stato messo a punto dai Lloyd’s di Londra in collaborazione con l’Università di Cambridge, ha esaminato l’impatto di 22 possibili minacce sulla produzione economica delle diverse città. Il più grave tra i danni provocati dall’uomo è risultato il crollo dei mercati finanziari con un impatto stimato in 103,3 miliardi di dollari, seguito dai conflitti interstatali (80 miliardi).
“Nessuna città sarà mai completamente priva di rischi”, ha commentato il presidente dei Lloyd’s Bruce Carnegie-Brown. “I disastri si verificano sempre che si tratti di uragani piuttosto che di attacchi informatici. Abbiamo creato questo indice per aiutare le città di tutto il mondo a identificare, comprendere e quantificare la loro esposizione al rischio, in modo da permettere loro di identificare delle priorità in merito agli investimenti da effettuare e costruire resilienza. L’indice mostra che investire nella resilienza – dalle difese contro le inondazioni ai firewall digitali e nel rafforzamento della cyber security – contribuisce a ridurre in maniera significativa l’impatto degli eventi estremi sulle città e a migliorare la stabilità economica e il benessere di tutta la cittadinanza”.
Valutando la resilienza sulla base di criteri come i finanziamenti per i servizi di emergenza e i valori assicurati, l’indice ha osservato che le perdite previste si ridurrebbero fino a 73,4 miliardi di dollari se ognuna delle 279 città si sforzasse a essere il più resiliente possibile. Ad esempio, sono le città dell’area Asia-Pacifico a mostrare le stime più elevate in termini di perdite potenziali, pari a 241,3 miliardi di dollari dei 546,5 miliardi complessivi, con Tokyo in prima posizione con perdite stimate in 24,3 miliardi di dollari. Bruce Carnegie-Brown ha esortato i governi, le imprese e gli assicuratori “a guardare l’indice e lavorare insieme per cercare di ridurre questa esposizione, attraverso la realizzazione di infrastrutture e istituzioni più resilienti”.