A livello globale, nel primo semestre dell’anno le catastrofi naturali hanno prodotto danni assicurati per 35 miliardi di dollari, il 22% in più rispetto alla media dell’ultimo decennio, secondo quando afferma lo Swiss Re Institute.
Inondazioni, tempeste e altri eventi secondari hanno continuato a imperversare nei primi sei mesi dell’anno che aggiunti ai disastri ambientali causati dall’uomo hanno prodotto una perdita economica globale di circa 75 miliardi di dollari.
In termini globali, osserva Swiss Re, i danni risultano in calo rispetto ai 95 miliardi di dollari dell’anno scorso e risultano del 7% in meno rispetto alla media degli ultimi 10 anni di 80 miliardi di dollari.
Ma in termini di danni assicurati complessivi, si sale a 38 miliardi di dollari una volta inclusi i 3 miliardi di dollari di danni per eventi catastrofali provocati dall’uomo. Un ammontare in crescita dell’11% rispetto alla media decennale, sebbene inferiore ai 49 miliardi del primo semestre 2021.
“Gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti in eventi meteorologici sempre più estremi, come le inondazioni senza precedenti in Australia e Sud Africa, i temporali di febbraio in Europa e le grandinate in Francia. Ciò conferma la tendenza che abbiamo osservato negli ultimi cinque anni, secondo cui i rischi secondari stanno causando danni assicurati in ogni angolo del mondo”, ha affermato Martin Bertogg, head of catastrophe perils di Swiss Re. “A differenza degli uragani o dei terremoti, questi pericoli sono onnipresenti ed esacerbati dalla rapida urbanizzazione in aree particolarmente vulnerabili. Data l’entità della devastazione in tutto il mondo, i pericoli secondari richiedono la stessa valutazione del rischio, riservata ai pericoli primari come gli uragani”.