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Sanità più “umana” grazie all’intelligenza artificiale?

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Martedì, 25 Febbraio, 2020 - 10:42
Autore: Gillespie

MIT – Technology Review Insight, in collaborazione con GE Healthcare, divisione medicale di General Electric, ha realizzato una ricerca che ha coinvolto di 900 professionisti sanitari di Stati Uniti e Regno Unito tra cui medici, commerciali e amministrativi legati al processo di acquisto o implementazione dell’intelligenza artificiale, l’analisi dei big data o le attrezzature e la tecnologia medica. L’obiettivo? Verificare i benefici dell’Intelligenza Artificiale in ambito sanitario. Dai dati emersi dallo studio si può in estrema sintesi sostenere che più l’applicazione dell’IA è umanizzata, più sarà adottata e andrà a migliorare i risultati e il ritorno dell’investimento.

Secondo la ricerca, grazie a una solida implementazione dell’intelligenza artificiale nelle strutture sanitarie il personale medico è in grado di risparmiare fino a 2/3 del proprio tempo nella compilazione dei report, dando così più spazio alla relazione umana. Non solo: il 45% dei medici coinvolti nello studio ha affermato di essere già riuscito a ritagliarsi più tempo da dedicare ai colloqui con i pazienti e a effettuare operazioni o altre procedure. Non meno importante è che il 75% dei medici dotati di tecnologie di intelligenza artificiale concordi sul fatto che l’IA abbia permesso di fare previsioni migliori nel trattamento delle malattie; diversi degli interpellati, inoltre, sostengono che grazie alla sua applicazione siano stati ridotti anche i margini di errore nelle terapie.

Da non sottovalutare i benefici legati agli aspetti organizzativi del lavoro clinico: il 78% del campione riferisce che l’implementazione di soluzioni di intelligenza artificiale ha già creato miglioramenti del flusso di lavoro rappresentando l’estensione – non l’estinzione – delle capacità professionali nel settore sanitario. Una percentuale analoga (il 79%) indica che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sia stato utile nell’evitare il burnout degli operatori sanitari.

Secondo la ricerca realizzata da MIT e GE Healthcare le aree di utilizzo più interessate dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario risultano essere: l’ottimizzazione della gestione dei flussi di pazienti con il 65% del campione interessato ad implementarla e il 39% che ha già adottato tecnologie di IA in questo campo, l’imaging e diagnostica medicale (64% e 41%), l’automazione delle cartelle cliniche elettroniche tramite strumenti di elaborazione del linguaggio naturale (63% e 43%), le analisi predittive (63% e 40%) e l’elaborazione dei dati del paziente e l’analisi dei rischi (62% e 41%).

Il 79% degli intervistati con progetti di IA in corso afferma che nel 2020 aumenterà il budget destinato ad applicazioni di questo genere. L’intelligenza artificiale può infatti generare informazioni utili per migliorare l’efficienza degli operatori, incrementare l’accuratezza della diagnosi, personalizzare la cura, migliorare l’esperienza del paziente e consentire una gestione predittiva e da remoto per sistemi e strumenti sanitari complessi. Il mercato dell’IA, nell’ambito salute, raggiungerà i 6,6 miliardi di dollari nel 2021 e il 39% dei dirigenti dei fornitori di servizi sanitari afferma già oggi forti investimenti nel settore.

Tag: 
Salute
Sanità
Intelligenza artificiale

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