Dazi
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha superato ogni precedente, con dazi reciproci oltre il 100% che rischiano di bloccare gli scambi tra le due economie più grandi del mondo, sottolinea un report di Coface.
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha raggiunto un nuovo picco di tensione, mettendo a rischio una delle arterie vitali del commercio mondiale.
Nonostante le difficoltà del primo trimestre, aggravate dalle perdite catastrofali legate agli incendi in California, Travelers Cos. Inc. mantiene un atteggiamento prudente ma fiducioso sull’impatto dei recenti dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump, riferisce Business Insurance.
I nuovi dazi proposti dagli Stati Uniti sui vascelli legati alla Cina potrebbero avere gravi ripercussioni sul commercio marittimo globale, con un impatto diretto sulle tariffe di trasporto, sulla congestione portuale e sui tempi di consegna.
L’amministrazione Trump ha confermato i dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti, una mossa che non sorprende ma che rievoca il precedente del 2018, quando misure simili si rivelarono di breve durata.
Secondo quanto riporta il Financial Times, la Commissione europea sarebbe pronta a informare i costruttori automobilistici della decisione di introdurre a partire dal mese prossimo di dazi aggiuntivi fino al 25% sui veicoli elettrici di produzione cinesi importati.
Dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti, Cina ed Europa, al nodo persistente dell’indebitamento globale alla delicata gestione del post-Brexit: il quadro dei rischi globali nel 2020 ricalca, e in alcuni casi intensifica, le criticità economico-finanziarie e politico-sociali che avevano caratterizzato il panorama internazionale nell’anno appena concluso.
Attualmente il numero di misure protezioniste messe in atto nel mondo è 2,5 volte1 più elevato rispetto al 2010. Nella maggior parte delle economie avanzate (Stati Uniti, Europa occidentale, Giappone, Canada, Australia) e in molti dei grandi emergenti (Brasile, Argentina, India), la quota di importazioni colpite dalle misure protezioniste è superiore alla quota di quelle che beneficiano delle misure favorevoli.