Ransomware
Secondo uno studio condotto da Kaspersky su 15.000 persone in tutto il mondo, nel 2020 il 39% degli italiani vittime di ransomware ha pagato il riscatto per ripristinare l'accesso ai propri dati. Tuttavia, il 43% non ha comunque recuperato le informazioni rubate.
L'errore umano è stata la principale causa alla radice di incidenti e sinistri informatici a livello globale. Il ransomware (e la conseguente interruzione dell'attività) è invece il rischio più significativo quando si considerano le perdite della parte interessata, o in altre parole, i costi finanziari diretti per le imprese. Lo rivela il report “Cyber claims analysis” di Willis Towers Watson.
I prezzi delle assicurazioni cyber sono in aumento, in conseguenza della crescita degli indennizzi per casi di ransomware, sostiene Moody’s in un report.
Secondo gli specialisti di disaster recovery di Databarracks, le polizze assicurative cyber che pagano gli assicurati che subiscono un attacco ransomware, non fanno altro che finanziare i criminali informatici andando a generare un circolo vizioso che finisce per alimentare sempre nuovi attacchi. Databarracks sta cercando di convincere gli assicuratori ad approcciare in maniera diversa il problema, puntando alla riparazione dei danni subiti, invece di provvedere a pagare i riscatti.
Il rapporto annuale sulla cyber security di ESET, azienda slovacca di software e cyber security, spiega che ransomware e fileless malware sono le minacce principali che hanno caratterizzato il 2020 e le più pericolose da fronteggiare per tutto il 2021.
Secondo l’assicuratore specializzato Beazley, sono gli attacchi ransomware la più grande minaccia cyber che le organizzazioni devono affrontare.
Un attacco cyber ha messo in fuorigioco i sistemi IT del Manchester United che da oltre una settimana si trova in sospeso.
Un nuovo caso di ransomware, NetWalker, colpisce Enel. È quanto hanno scoperto gli esperti di cybersecurity di TG Soft, sottolineando come l’azienda italiana fosse già stata vittima di un attacco simile con Snake.
Nuovo salto in avanti dei cyber criminali sempre più esigenti. Ormai siamo arrivati alla richiesta di tre riscatti sui caso di ransomware.
Il broker Arthur J. Gallagher & Co. e la sua unit dedicata ai sinistri, Gallagher Bassett, hanno reso noto di aver subito sabato scorso un attacco ransomware che ha limitato la funzionalità di alcuni sistemi.
Si va sempre più affermando tra i gruppi di criminali cyber specializzati in ransomware la strategia della doppia estorsione, attraverso la realizzazione di siti di data leak, dove caricare e diffondere documenti sensibili delle aziende vittime che non vogliono pagare le richieste di riscatto per ottenere un Decryptor.
Se l’app “Immuni” per il tracciamento in funzione anti-contagio è scaricabile dagli store di Apple e Google, bisogna stare con gli occhi bene aperti perché i cyber criminali stanno in tutti i modi cercando in tutti i modi di sfruttare l’emergenza Covid-19, lanciando una nuova campagna di malspam segnalata dal CERT-AgID con cui stanno diffondendo una finta app anti-Covid mediante invio massiccio di e-mail fraudolente che invitano le vittime a scaricare il file “IMMUNI.exe” che nasconde il ransomware FuckUnicorn.
Sophos, leader globale nella sicurezza informatica di ultima generazione, ha annunciato i risultati della sua nuova ricerca “The State of Ransomware 2020”, che ha svelato come il costo totale per il recupero dei dati criptati durante un attacco ransomware raddoppi quando le aziende decidono di pagare il riscatto ai cybercriminali.
Attacchi ransomware con doppio ricatto. È l’ultima frontiera degli attacchi cyber. I criminali hanno infatti escogitato un metodo per forzare la mano, soprattutto alle aziende, e farsi pagare il riscatto in cambio della piena funzionalità dei pc bloccati.
In piena emergenza sanitaria la sicurezza degli ospedali è fondamentale. Eco allora che gli esperti di cyber security si schierano a difesa di ospedali e organizzazioni sanitarie per alzare le difese da possibili attacchi cyber.