
In che modo l’utilizzo sempre più massiccio delle nuove teconologie – sia nella vita di tutti i giorni che nelle realtà produttive - può generare nuove minacce alla sicurezza? E in che modo possono essere affrontate?
A questa e ad altre domande hanno provato a dare una risposta i relatori intervenuti al convegno organizzato da ANRA – l’Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni – dal titolo "Dall’industria 4.0 al IoT: come l’innovazione sta cambiando i rischi e l’insurance business" che si è tenuto la scorsa settimana presso la nuova sede milanese di Prysmian.
Nel corso del convegno, aperto dal presidente di ANRA Alessandro De Felice, sono stati introdotti temi generali e sono stati forniti esempi concreti di come l’industria e il mondo assicurativo si stanno muovendo per affrontare queste nuove sfide, sia dal punto di vista produttivo che nella vita di tutti i giorni.
"L’impiego crescente dell’Internet of Things nei sistemi industriali, l’aumento della domanda di piattaforme cloud e l’analisi dei big data, sono fattori chiave che caratterizzano il nuovo assetto dell’Industria 4.0.”, commenta Alessandro De Felice, Presidente di ANRA. “Le fabbriche diventano intelligenti, sistemi interconnessi dove la produzione diventa smart, con livelli di automazione inimmaginabili solo pochi anni fa. Tutto questo modifica profondamente la geografia dei rischi e le tecniche di analisi e mitigazione tipicamente basate sugli studi predittivi e le modellizzazioni dei rischi. Questo nuovo scenario impone di prestare maggiore attenzione alle teorie dei sistemi complessi, e il risk management non fa eccezione come anche il mondo assicurativo, inteso sia in quanto modalità di gestione del proprio business che offerta di capacità di sottoscrizione dei rischi cyber”.
Negli ultimi anni con l’accelerazione della digital transformation, le aziende hanno dovuto cominciare a pensare a dei cambiamenti nel proprio business per rimanere competitive, da un lato, e per garantire la propria sicurezza da un altro.
Tre le modalità che gli analisti considerano percorribili per raggiungere questi obiettivi:
- build, ovvero sviluppare al proprio interno le competenze necessarie, che possono poi eventualmente essere integrate da altre soluzioni presenti sul mercato;
- acquire, ovvero valutare ed eventualmente acquisire altre realtà che hanno sviluppato soluzioni efficaci e funzionali, con un occhio particolarmente attento al mondo delle startup;
- partner: cioè l’individuazione di aziende sul mercato con le quali avviare delle collaborazioni.
La crescente adozione dell’IoT, l’utilizzo sempre più massiccio di soluzioni cloud e la riduzione dei costi delle polizze premium sono i punti chiave per la digitalizzazione del mercato assicurativo. In particolare il settore automotive e trasporti è quello che al momento è più impattato dalle nuove tecnologie, basti pensare, per esempio, all’adozione di dispositivi in grado di registrare e valutare i vari comportamenti alla guida.
“La gestione di coperture cyber ha impatti significativi sui processi core di una compagnia. Occorrono nuove competenze e capability di tipo tecnologico, attualmente non sempre presenti in organizzazioni del mondo assicurativo. La gestione del rischio legato all'innovazione tecnologica può essere affrontato attraverso una comune visione e un lavoro sinergico di vari attori, del mondo industriale, finanziario, istituzionale, dove le compagnie assicurative possono diventare angeli custodi delle imprese digitalizzate. A patto che le compagnie stesse diventino molto più high-tech, smart e integrate per inquadrare al meglio nuovi bisogni e rischi”.
Nel corso del convegno numerosi ospiti hanno affrontato vari aspetti di innovazione, sicurezza e nuove opportunità:
- Stefano Brandinali, Group Chief Information Officer di Prysmian Group;
- Orazio Rossi, Country Manager di Chubb,
- Marco Dalle Vacche, Direttore Generale per l’Italia e Managing Director South Europe di AIG Europe, coadiuvato da Dante Caffarelli di IBM;
- Marco Boni, Head of Operations and IT di Generali Global Corporate & Commercial Italia;
- Massimo Reale, Risk Director di Euler Hermes Italia.
Ad oggi i dispositivi connessi sono 6 miliardi, diventeranno, secondo le stime più conservative, 20 miliardi entro il 2020, e molti di essi li porteremo addosso, all’interno degli abiti che indosseremo. Questo scenario genera implicazioni nell’ambito della privacy degli utilizzatori e nell’etica dei soggetti che avranno accesso ai dati che queste apparecchiature raccolgono, come emerso dal brillante intervento di Stefano Brandinali.
Orazio Rossi ha parlato di nuova rivoluzione industriale, mettendo a fuoco gli aspetti che coinvolgono maggiormente il settore assicurativo. Tra questi estremamente delicato è utilizzo delle tecnologie wearables, di cui ha parlato da Marco Dalle Vacche, che con il supporto di Dante Caffarelli ha presentato qualche esempio concreto dell’utilizzo di strumenti di questo tipo in ambito industriale.
Ultimi due interventi di Marco Boni, che ha parlato dalla tecnologia blockchain e dell’impatto che può avere nell’Insurtech, e di Massimo Reale che ha fatto il punto sul rischio di credito commerciale oggi in Italia, e su come innovativi strumenti di analisi - come i Big Data - e di predittività, come il Machine Learning, possono contribuire a rendere più sicuro anche il mercato del credito.
Qualche numero:
Il valore del mercato dell’Internet of Things in ambito assicurativo potrebbe arrivare a quota 42.76 miliardi di dollari circa entro il 2022, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 65,89% tra il 2016 e il 2022. Questo nuovo dato emerge dal report "IoT Insurance Market by Type (P&C, Health, Life), Application (Automotive and Transportation, Home and Commercial Buildings, Life and Health, Business and Enterprise, Consumer Electronics, Travel, Agriculture) and Geography - Global Forecast to 2022" pubblicato da MarketsandMarkets.