
L’emergenza Covid ha impresso un salto di qualità al welfare aziendale: per la prima volta le imprese attive superano il 50%, il 79% ha confermato le iniziative di welfare in corso e il 28% ne ha introdotte di nuove o potenziato quelle esistenti.
Sanità, sicurezza, assistenza, formazione, conciliazione vita lavoro sono le aree di maggiore intervento del welfare aziendale che è diventata una leva strategica per affrontare l’emergenza e per la ripresa sostenibile del Paese.
Le PMI con un welfare più maturo hanno avuto maggiore capacità di reagire all’emergenza e sono state punto di riferimento per la comunità; sanità, sicurezza, assistenza, formazione, conciliazione vita lavoro si confermano le aree di maggiore intervento; il welfare fa crescere l’impresa in termini di produttività e occupazione, come conferma il nuovo modello di analisi, in collaborazione con Cerved, che misura gli impatti sui risultati di bilancio.
Queste le principali evidenze del Rapporto 2020 - Welfare Index PMI, promosso da Generali Italia, presentato oggi a Roma, che ha monitorato le iniziative di welfare delle imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le classi dimensionali (da 6 fino a 1000 dipendenti) in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.
Il Rapporto 2020 ha messo in evidenza come la crisi Covid abbia impresso un salto di qualità al welfare aziendale: per la prima volta le imprese attive superano il 50%, il 78,9% delle imprese ha confermato le iniziative di welfare in corso e il 27,7% ne ha introdotte di nuove o ha potenziato quelle esistenti. Le imprese sono state punto di riferimento per la comunità e quelle con un welfare più maturo hanno avuto una maggiore capacità di reagire all’emergenza. L’80% delle PMI ha dato materiali e fornito informazioni di tipo sanitario ai lavoratori mentre il 12% delle imprese ha attivato canali di supporto e servizi di consulto medico e assistenza sanitaria a distanza. Il 26,4% ha anche attuato iniziative aperte alla comunità esterna e di sostegno al sistema sanitario nazionale.
Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines ha spiegato che “In questo nuovo contesto del Covid-19, attraverso Welfare Index PMI, abbiamo osservato come le imprese hanno agito come soggetto sociale, oltre che economico e di mercato, per la loro diffusione nel territorio e per la vicinanza ai lavoratori e alle famiglie, dando vita a un nuovo welfare di sussidiarietà. Sono straordinarie storie di resilienza delle nostre PMI e ringrazio il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e il Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le Politiche Sociali, Stanislao Di Piazza, per aver premiato le 78 imprese Welfare Champion 2020. Le imprese con un welfare più maturo sono state punto di riferimento delle comunità e hanno avuto maggiore capacità di reazione durante l’emergenza Covid. Il maggior numero di iniziative intraprese interessano le priorità del Paese: salute, sicurezza, assistenza, formazione, conciliazione vita lavoro. Questo oggi ci conferma che il welfare, oltre ad essere strategico per la crescita delle imprese, sarà leva per la ripresa sostenibile del Paese”.
Non solo. L’esperienza di crisi ha cambiato la cultura di gestione dell’impresa: il 91,6% delle PMI ha infatti dichiarato di avere acquisito maggiore consapevolezza della centralità della salute e della sicurezza dei lavoratori e oltre il 70% ha affermato che in futuro il welfare aziendale avrà maggior rilievo. Infine, il 65% ha dichiarato che l’azienda contribuirà maggiormente alla sostenibilità del territorio in cui opera.
Come sempre sono i numeri a scattare una fotografia più che incoraggiante. Secondo il Rapporto 2020, il welfare ha registrato in questi 5 anni una crescita continua: le imprese attive (ovvero quelle che attuano iniziative in almeno quattro delle dodici aree del welfare aziendale) sono raddoppiate negli ultimi cinque anni passando dal 25,5% del 2016 al 45,9% del 2019, al 52,3% nel 2020, segno che il movimento aziendale continua a crescere e lo fa anche nell’ultimo anno, trainato dalle imprese che ottengono benefici concreti dal welfare aziendale.
Le aree di welfare con una crescita maggiore sono: Sicurezza, l’area con il maggiore tasso di iniziativa (dal 34% nel 2017 all’attuale 60%); Assistenza, l’area in crescita più rapida (dal 7% nel 2017 al 23%): comprende iniziative di prevenzione, cura diretta, assistenza agli anziani, cure specialistiche; Sanità complementare: dal 35% nel 2017 al 42,2%; Conciliazione e genitorialità: dal 33% nel 2017 al 51%. In quest’ambito si registra la grande accelerazione dello smart working/nuove modalità di lavoro, visto come strumento di flessibilità, non sostitutivo del lavoro in presenza. Le imprese sottolineano la necessità di un’evoluzione della cultura gestionale, per diffondere nuovi modelli centrati sull’autonomia organizzativa e la responsabilità dei lavoratori; Grande importanza della formazione (43%) e della crescita, ancora iniziale ma rapida delle iniziative a sostegno delle famiglie per l’istruzione dei figli (da 3% a 5,8%), in un Paese che ha tra le sue principali criticità l’inadeguato livello di istruzione avanzata, il blocco della mobilità sociale, le difficoltà dei giovani nel lavoro.