Quasi la metà delle PMI italiane, dai 10 ai 250 dipendenti, realizza almeno 4 iniziative a sostegno dei lavoratori.
Secondo il primo Rapporto nazionale sul Welfare nelle piccole e medie imprese promosso da Generali Italia con la partecipazione di Confagricoltura e Confindustria, il 45% delle piccole e medie imprese è attivo in almeno 4 aree di welfare aziendale, mentre l’11% è molto attivo negli interventi in favore dei lavoratori, con iniziative in più di 6 ambiti fra previdenza e sanità integrativa, assicurazioni e sostegno economico a dipendenti e famiglie, tutela delle pari opportunità e sostegno ai genitori, conciliazione di lavoro ed esigenze familiari, formazione e sostegno alla mobilità, sicurezza e prevenzione, sostegno ai soggetti deboli, integrazione sociale e welfare allargato al territorio. La ricerca, realizzata dalla società specializzata Innovation Team, è stata condotta su 2.140 aziende dai 10 ai 250 dipendenti. Al centro dello studio è il Welfare Index PMI, l’indice che misura il livello di welfare aziendale nelle Pmi italiane, con l’obiettivo di diffondere la cultura del welfare tra le PMI.
Dall’analisi emerge che non ci sono sostanziali differenze tra il Nord e il Sud Italia. Le difformità risiedono nelle dimensioni aziendali: le imprese più attive sono quelle con oltre 100 dipendenti. Il 64% delle Pmi ha intrapreso iniziative nell’area della formazione e del sostegno alla mobilità, assumendo un ruolo di rinforzo alle politiche attive per l’occupazione, in particolar modo per i giovani. Il 35%, invece, ha potuto investire nel welfare risorse consistenti grazie ai vantaggi fiscali, peraltro aumentati dall’ultima Legge di Stabilità.
Secondo Philippe Donnet, country manager e Ad di Generali Italia, “con il welfare aziendale vinco tutti. Vincono i dipendenti, che vedono aumentare il proprio reddito reale. Vincono gli imprenditori, che ottengono un ritorno per l’azienda in termini di produttività, di capacità di attrarre talenti e di benefici fiscali. Vincono le amministrazioni locali, che integrando welfare pubblico e privato vedono aumentare il benessere sociale. Ma vince anche l’Italia: le Pmi sono il vero motore dell’economia italiana e se vanno meglio loro va meglio il Paese. Noi operiamo per diffondere la cultura vincente del welfare aziendale, che contribuisce a far crescere le aziende, il territorio, le comunità e il Paese”.
Le aree di welfare più utilizzate dalle imprese, sono raggruppabili in tre tipologie:
- Iniziative per la gestione del personale: formazione e sostegno alla mobilità (64,1%), assicurazioni per dipendenti e famiglie (53%), sostegno economico ai dipendenti (46,2%).
- Iniziative classiche di welfare complementare: previdenza integrativa (40,4%), Salute (38,8%), sicurezza e prevenzione (38%).
- Iniziative più innovative: pari opportunità e sostegno ai genitori (18,5%), welfare allargato al territorio (15%), integrazione sociale (14,1%) e conciliazione vita lavoro (4,9%).
Le motivazioni che spingono le Pmi a intraprendere iniziative di welfare aziendale sono principalmente due: la gestione del personale, e quindi il benessere dei dipendenti per migliorarne la soddisfazione e la produttività, e la sostenibilità nel lungo termine del successo aziendale, unita ad aspetti reputazionali.