Nei primi tre mesi dell’anno la tariffa media pagata dagli italiani per la polizza Rc Auto è rincarata del 4%. Dopo aver ascoltato la relazione annuale dell’Ivass, presentata ieri mattina a Roma dal presidente Luigi Signorini, le associazioni dei consumatori hanno rilasciato commenti di grande preoccupazione.
“Non c’è pace per le famiglie italiane, e alla lunga lista di rincari che pesano sulle tasche dei consumatori si aggiungono ora anche le tariffe Rc Auto”, sostiene il Codacons, il cui presidente Carlo Rienzi ha aggiunto: “A dicembre dello scorso anno avevamo inserito la voce “Rc Auto” all’interno della stangata che avrebbe atteso gli italiani nel corso del 2023, e purtroppo le nostre previsioni hanno trovato conferma. Le tariffe assicurative hanno invertito il trend e sono tornate a crescere in modo aggressivo, aggravando i conti delle famiglie. Ricordiamo infatti che l’Rc Auto è una voce obbligatoria per chi possiede un’auto, circostanza che rende i rincari degli ultimi mesi una nuova mazzata a danno dei consumatori, e inciderà sulle spese di milioni di italiani, generando immensi profitti per le imprese assicuratrici”.
Grande preoccupazione esprime anche Assoutenti. “L’andamento dell’Rc Auto ha invertito la rotta” ricorda il presidente Furio Truzzi. “Gli ultimi dati Ivass per il 2022 registravano infatti una diminuzione su base annua del -2,1% nel secondo trimestre e del -1,5% nel terzo trimestre. Nei primi tre mesi del 2023, invece, i prezzi aumentano del 4%, e purtroppo i rincari proseguono anche nelle ultime settimane: l’Istat, nel report sull’inflazione, registra a maggio un aumento del +2,6% su base annua per la voce “assicurazioni sui mezzi di trasporto”, aumento che va ad aggiungersi a quello certificato dall’Ivass. Considerato l’andamento delle tariffe dal secondo trimestre del 2022 ad oggi, i rincari sono anche più consistenti rispetto a quelli emersi dallo studio Ivass, e raggiungono il +8,7%. Riteniamo si tratti di incrementi del tutto ingiustificati, soprattutto considerata la loro entità, e temiamo che molte compagnie abbiano sfruttato l’emergenza inflazione che da mesi si registra in Italia per ritoccare le tariffe al pubblico”.