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Studi e ricerche
Secondo un’indagine del Centro Studi e Documentazione Direct Line, quasi 1 italiano su 4 si sposta per i lunghi viaggi in compagnia del proprio animale domestico. Sono quasi 45 milioni gli animali da compagnia che vivono nelle case degli italiani (Fonte: Lav), un numero davvero considerevole. Amati e coccolati, gli animali domestici nella maggior parte dei casi seguono i propri padroni nei lunghi viaggi, facendo loro compagnia anche in auto. Ben il 24% degli italiani intervistati ha infatti dichiarato di possedere un animale domestico che lo segue durante i viaggi in auto, e sono soprattutto le donne (55%) ad avere questa abitudine rispetto agli uomini (39%).
Per non violare il codice della strada in compagnia di un amico a quattro zampe basta seguire alcune semplici regole, che mescolate a una buona dose di buonsenso, evitano che l’animale possa causare distrazioni al conducente: il 42% degli italiani tiene il proprio animale nell’apposito trasportino e il 17% ha montato all’interno dell’auto una rete divisoria. Meno prudente il 14% che lascia il proprio animale tranquillamente sdraiato sul sedile posteriore, l’8% che preferisce tenerlo seduto ai propri piedi sul lato passeggero, e il 5% che lo lascia libero di muoversi nell’abitacolo dell’auto. I più stravaganti? Indubbiamente il 6% del campione che ha risposto di circolare in auto con l’animale protetto dalla cintura di sicurezza come se fosse un normale essere umano.
Le persone non completamente autosufficienti sono una realtà sempre più presente nel vivere quotidiano delle famiglie italiane. Lo rivela la nuova puntata dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria: il 61% degli italiani con più di 30 anni conosce amici o parenti che vivono o hanno vissuto questo tipo di situazione.
Un numero destinato inesorabilmente a crescere se, come rileva l’ultima indagine ISTAT del 2011, nel 2030 ci saranno molti più nonni che nipoti: gli over 65 passeranno infatti dal 30% della popolazione nel 2005 al 62% nel 2030 mentre gli ultraottantenni dai 2,9 milioni del 2011 ai 7,7 milioni del 2030, con un’incidenza degli anziani non autosufficienti dai 2,1 milioni attuali ai 3,5 milioni. L’Italia è il secondo paese in Europa con il più alto indice di invecchiamento dopo la Germania. A ciò si aggiunge il fatto che le famiglie hanno sempre maggiore difficoltà a sostenere il carico della cura di una persona non completamente autosufficiente, non solo dal punto di vista economico ma anche di energie e di tempo da dedicare.
Riceviamo da Francesco Barbieri, direttore di Attualità UEA una riflessione dopo i giorni più difficili del terremoto in Emilia Romagna.
"Ho avvertito l'impellente esigenza di ripubblicare il pezzo che ho redatto due anni fa, quando Uea celebrò a L'Aquila la sua Assemblea annuale. Ovviamente, Uea scelse L'Aquila per testimoniare la sua totale solidarietà alle popolazioni straziate da quel terribile sisma, nonché ai colleghi agenti di assicurazioni, ai loro collaboratori e dipendenti ed a tutto il settore assicurativo abruzzese.
L’AIAF, l’Associazione Italiana degli Analisti Finanziari, sollecita una riflessione attenta sullo stato attuale dei conti pubblici italiani alla luce dei recenti allarmismi diffusi da varie fonti nelle ultime settimane. In questa delicata fase per l’economia italiana, in presenza di una manovra correttiva dei conti pubblici che impone ai cittadini sensibili sacrifici, è fondamentale secondo l’AIAF valutare attentamente i dati statistici e non alimentare un sentimento di sfiducia nei confronti dei provvedimenti stessi, alla luce di una loro presunta inefficacia.
Saltato l’appuntamento tradizionale dell’Assemblea, causa spending review, l’Isvap ha puntualmente pubblicato sul proprio sito web la relazione sull’attività 2011 che ha visto un calo del numero delle imprese operative e un decremento della raccolta premi. Insomma, non sembra vedere fine il tunnel della crisi.
Coface ha pubblicato la nona edizione dello studio sul comportamento di pagamento domestico delle imprese cinesi, condotto tra ottobre e dicembre 2011, intervistando oltre 1300 imprese di differenti settori e con differente status giuridico.
Malgrado il rallentamento dell’attività nel 2011, in un contesto di assenza di stimoli fiscali, di inasprimento della politica monetaria e di rallentamento della domanda esterna, il comportamento di pagamento delle imprese cinesi è rimasto nel complesso soddisfacente con vendite a credito in forte aumento. Tuttavia i problemi di liquidità, la concorrenza e il difficile accesso al credito per le PMI, principale causa dei ritardi di pagamento nel 2011, continueranno a pesare sulla salute delle imprese anche nel 2012. Le misure di rilancio budgettario potrebbero attenuare i rischi economici e sostenere l’attività.
Dimentichiamoci la figura del ‘biker’ tenebroso e schivo alla Marlon Brando nel celebre film “Il selvaggio”: il centauro italiano è sì un appassionato e fanatico della sua moto ma pensa prima di tutto alla sicurezza nella guida ed è solidale con i biker che si trovano in difficoltà.
Infatti secondo i dati rilevati nella ricerca del Centro Studi e Documentazione Direct Line, la più grande compagnia di assicurazioni auto online, la maggior parte dei motociclisti predilige uno stile improntato alla sicurezza (69%), fattore ritenuto importante soprattutto dalle donne (84%) rispetto agli uomini (61%) e che acquisisce sempre più rilevanza con passare dell’età: tra i 35-45enni la percentuale, infatti, aumenta al 76%, salendo all’83% per gli over45. Se i più maturi preferiscono essere prudenti alla guida, gli under25 prediligono invece la ricerca del brivido della velocità (27%) e la cura maniacale dei particolari della moto (26%), mentre i 25-35enni risultano i più ‘vanitosi’ concentrando la propria attenzione soprattutto su accessori e abbigliamento da vero ‘biker’ (20%).
Atradius, tra i leader globali nell’assicurazione del credito, recupero crediti e cauzioni, presenta i risultati del Barometro Atradius sui comportamenti di pagamento tra aziende a livello internazionale, l’indagine giunta all’undicesima edizione che fa il punto sui comportamenti di pagamento nelle transazioni tra aziende in Italia e a livello internazionale.
I ritardi di pagamento e le insolvenze dei clienti, insieme alle prospettive di un peggioramento del rischio di credito commerciale, continuano a essere una delle maggiori preoccupazioni per le aziende in Europa occidentale. Secondo il Barometro Atradius, una media del 30% del valore totale dei crediti riguardanti scambi commerciali tra aziende è pagato dopo la scadenza. Di questi, il 20% è pagato dopo oltre due mesi dalla scadenza della fattura, e il 3% risulta inesigibile. La situazione in Grecia è la più tesa, con una media di crediti scaduti da oltre novanta giorni, ormai inesigibili, pari a più del doppio rispetto alla media per l'Europa occidentale. Gli intervistati in Europa occidentale, che si attendono un peggioramento del rischio di credito commerciale nei prossimi sei mesi, sono più del triplo di quelli che ne prevedono un miglioramento.
È più grave non conoscere le regole oppure scegliere deliberatamente di violarle? Sicuramente, quando si è alla guida di un’auto, entrambi i comportamenti sono pericolosi. Da quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Linear dei Servizi commissionata a Nextplora gli italiani conoscono il codice ma ammettono spesso di non rispettarlo. Nessuna esitazione infatti nell’indicare che la guida in stato d’ebrezza sia altamente irresponsabile e pericolosa secondo l’84% del campione intervistato, ma allo stesso tempo, dato allarmante, indicata come una delle infrazioni stradali più commesse sulle strade del bel Paese secondo il 32% degli automobilisti italiani. Stesso dicasi per quanto riguarda il “bruciare” il semaforo: ben il 73% è consapevole che sia altamente pericoloso ma di contro un 25% ammette che sia abitudine comune ignorarlo. Il copione non cambia nemmeno quando si parla di rispettare i limiti di velocità: un italiano su due condanna apertamente questo comportamento da pirata della strada, salvo poi ammettere che è addirittura l’infrazione che si commette più spesso (69%). Che dire poi delle cinture di sicurezza? Nonostante tutti sappiano che sono obbligatorie per legge, più di un italiano su due (51%) ammette di non utilizzarle in tutte le situazioni.
Il Centro Studi di Euler Hermes Italia, prima compagnia di assicurazione crediti, Gruppo Allianz, presenta l'aggiornamento (1° trimestre 2012) del Report sui Mancati Pagamenti delle Imprese italiane.
In questi primi tre mesi dell'anno è cresciuta la frequenza + 38% (numero mancati pagamenti) e la severità + 19% (importi medi), rispetto al primo trimestre 2011.
In allegato il comunicato stampa emesso da Euler Hermes e il documento che riassume i dati per Regione e per settore merceologico.
CeTIF ha pubblicato il rapporto di ricerca "Innovare l'area sinistri - Fase I: Modelli di servizio e operativi", che racchiude i risultati di una ricerca, svolta in collaborazione con RGI Group, condotta su base triennale a partire dalla primavera del 2011.
Sulla base delle informazioni fornite in via anticipata dalle imprese di assicurazione con sede legale in Italia, l’ANIA ha raccolto i dati statistici relativi ai premi lordi contabilizzati nel 2011 per il lavoro diretto italiano (escludendo cioè i premi connessi all’attività di riassicurazione e all’attività estera) dei rami Danni e dei rami Vita. I dati sono ovviamente da considerare provvisori.
In Italia continuano a crescere i mancati pagamenti: il numero è salito del 42% e gli importi medi del 17% nel 2011. Euler Hermes Italia, società del gruppo Allianz specializzata nell’assicurazione crediti, ha pubblicato i risultati di una ricerca trimestrale sugli andamenti dei pagamenti delle imprese italiane. Si tratta di un’attenta analisi condotta su ogni singola Regione, comprensiva di un approfondimento per i diversi settori merceologici avente come base il monitoraggio giornaliero dei pagamenti tratto dalla banca dati Euler Hermes Italia, costituito da circa 450.000 aziende.