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Studi e ricerche
Secondo il risultato della ricerca Stetoscopio - il sentire degli assicurati italiani realizzato da Quixa, con la collaborazione di Mps Marketing Problem Solvine per misurare il comportamento degli automobilisti al momento di far riparare il veicolo danneggiato, sette italiani su dieci non disdegnano il “servizio a domicilio” con presa e riconsegna a casa dell’auto da riparare. Il 50% degli intervistati non sa, però, di poter usufruire gratuitamente di questi servizi ricorrendo ai circuiti di carrozzerie convenzionate con la propria compagnia di assicurazione.
Juan si sveglia verso le otto del mattino, e lo fa come quasi tutti gli spagnoli: utilizza la sveglia del suo cellulare. È solo l’inizio di una serie di operazioni di routine quotidiana che ha assegnato al suo cellulare. Mentre fa colazione, legge alcuni articoli di giornale, chatta e controlla se qualcuno ha lasciato un messaggio su Facebook o Twitter. Tutto dal suo telefonino.
Oggi è il suo primo giorno di vacanza e sta andando a Roma, ecco perché è felice. Mentre si veste, il suo cellulare sta suonando uno dei suoi brani preferiti, che può ascoltare tutte le volte che vuole grazie al suo account Spotify Premium.
Avere una persona accanto che critica la nostra guida? Secondo un’indagine condotta dal Centro Studi e Documentazione Direct Line, succede al 56% degli italiani. Più di un italiano su due infatti ‘subisce’ i giudizi, non sempre richiesti del proprio compagno di viaggio.
Tra i suggerimenti più frequenti che si ricevono dai passeggeri troviamo al primo posto la moderazione della velocità (15%) e il mantenere le corrette distanze di sicurezza (10%), mentre l’8% viene pregato di fare attenzione al comportamento degli altri automobilisti sulla strada.
Ma gli avvertimenti non finiscono qui: il 7% degli intervistati viene spesso criticato per il parcheggio, il 5% del campione viene, giustamente, redarguito per scarsa attenzione o per l’uso del cellulare alla guida mentre al 4% viene spesso ricordato di fare attenzione ai segnali stradali o di cambiare marcia con più solerzia.
Da buoni italiani il temperamento focoso si fa sentire anche in questo caso: il 3%, infatti, ammette di subire sgridate furibonde da parte del proprio partner nel momento in cui viene colto sul fatto a guardare un’altra donna o un altro uomo!
Le più gelose sono le donne: il 5% si lamenta con il partner mentre solo 1 su 100 ammette di essere stata ripagata con la stessa moneta. Al contrario, in materia di parcheggio, sono gli uomini ad essere più critici con l’altro sesso (9%), mentre le donne risultano più indulgenti (4%).
Ma come reagisce la maggioranza degli italiani alle critiche sulla propria guida? il 36% ammette ormai di fare finta di nulla e di essere abituato alle critiche, mentre il 31% del campione, tra cui gli under25 in maggioranza (41%), si dice felice di essere assistito alla guida e di seguire i consigli. Molto meno democratico il 17% degli intervistati che confessa di essere stato più volte tentato dal fermare l’auto e invitare a scendere il ‘grillo parlante’ di turno, e il 10% che, di fronte alle critiche, si inalbera e inizia a litigare. Un escamotage efficace? Alzare il volume della radio per tentare di coprire il ‘rumore’, come dichiara di fare il 6% degli italiani.
L’indagine di Direct Line offre anche un interessante spaccato regionale sulle lamentele che i passeggeri rivolgono di più agli automobilisti: ai romani (20%) viene maggiormente consigliato di fare attenzione alle altre macchine, mentre ai torinesi (17%) viene richiesto di rispettare i limiti di velocità. Scarsa attenzione ai segnali stradali viene contestata ai veronesi (17%), mentre cagliaritani (13%) e palermitani (12%) sono tra i più redarguiti per l’uso del cellulare alla guida. I più criticati nei parcheggi? Indubbiamente fiorentini (15%) e milanesi (11%), mentre a bolognesi (13%) e bresciani (10%) viene maggiormente criticato il mancato rispetto della distanza di sicurezza.
‘È importante essere sempre concentrati e attenti durante la guida, per evitare errori che possano compromettere la sicurezza nostra e dei passeggeri che viaggiano con noi – commenta Barbara Panzeri, Direttore Marketing Direct Line – per questo, a volte, chi ci siede accanto tende ad ammonirci per le piccole distrazioni che ci possono capitare al volante. E’ bene però non esagerare e non essere aggressivi, anche perché in questo modo si otterrebbe l’effetto contrario e si contribuirebbe a far distrarre il guidatore’.
L’agenzia di rating internazionale A.M. Best ha appena realizzato un report speciale sul mondo assicurativo dove si sottolinea come il comparto danni sia stato interessato, in Italia, da varie trasformazioni di natura legislativa ma anche coinvolto in diverse operazioni di fusioni societarie. Tutto questo mentre i problemi economici del Paese continuano a limitare la richiesta di coperture.
Il report, dal titolo “Si profilano nuovi scenari per il settore assicurativo danni italiano”, rileva la crescita del settore nel 2011, con una raccolta premi in aumento del 2.1% a circa 36,4 miliardi di euro. Sam Dobbyn, dirigente della società, ha così commentato: “L’incremento dei premi dei rami Rc Auto e Kasco, che rappresentano il 57% dei totale dei premi danni nel 2011, è stato il maggior contributore della rinnovata crescita del settore. Le compagnie di assicurazione hanno continuato ad aumentare le tariffe anche nel 2012 sebbene in misura minore rispetto agli anni precedenti”.
L’auto elettrica? Piace agli italiani ma è ancora troppo cara. Secondo un’indagine condotta da SuperMoney, portale per il confronto delle assicurazioni auto le auto ecologiche permettono di risparmiare fino a mille euro all’anno rispetto alle tradizionali. Tuttavia, rimangono un prodotto d’élite.
L’analisi di SuperMoney ha messo a confronto i costi di mantenimento di due auto quasi del tutto identiche, a parte la fonte di alimentazione: la Citroen C-1, a benzina e la Citroen C-Zero, elettrica. Le prime differenze si notano a cominciare dall’assicurazione auto: confrontando le polizze assicurative per queste due vetture, emerge che con l’auto elettrica è possibile risparmiare fin oltre il 30% sui costi. Passando alla voce “imposte”, si scopre che il risparmio arriva al 100% con l’auto elettrica: le quattro ruote alimentate a corrente sono infatti esenti dal bollo per un periodo di 5 anni. A partire dal sesto anno si paga soltanto il 75% dell’imposta, ma in alcune regioni è prevista l’esenzione totale permanente. I risparmi più consistenti, naturalmente, riguardano l’alimentazione. Per la C-Zero, il costruttore stima costi pari a 1,5 euro ogni 100 chilometri percorsi; con la C-1, ai prezzi attuali della benzina, si spenderebbero circa 8,6 euro ogni 100 chilometri: a conti fatti, il risparmio supera l'80%.
Sarà per il rispetto dell’ambiente, sarà per ridurre i costi della benzina e dell’auto o semplicemente per fare movimento, fatto sta che in Italia il numero dei pedoni è in continuo aumento. Secondo gli ultimi dati (rapporto ACI – Censis Servizi 2011) gli italiani che scelgono di spostarsi a piedi sono arrivati al 42,4%, rispetto al 35,5% del 2010. Dietro a questo trend positivo, utile sia per la salute degli italiani che dell’ambiente, si nascondono però numerose insidie, che l’Osservatorio Linear dei Servizi ha cercato di individuare attraverso una ricerca commissionata a Nextplora. Se infatti il numero di incidenti stradali è in diminuzione, secondo l’ultimo rapporto Aci il numero di decessi di pedoni sulle nostre strade è aumentato del 3%. Il peggiore in Europa. Secondo il 60% degli italiani pericolo numero uno sono gli scooter, che transitano sui marciapiedi sfrecciando fra i pedoni passando rasente ai portoni delle case, dai quali potrebbero uscire persone. Per quanto riguarda invece le auto, per il 56% degli intervistati sono pericolose in quanto tendono a non fermarsi in vista delle strisce pedonali, per il 55% accelerano addirittura l’andatura mettendo a repentaglio la sicurezza dei pedoni e per il 38% non rispettano i limiti di velocità. Per chiudere il quadro negativo infine gli italiani puntano il dito sui comportamenti scorretti dei guidatori sia di auto che di moto: la sosta selvaggia è per il 51% dei pedoni ciò che proprio non sopportano delle auto, così come la sosta sui marciapiedi degli scooter, odiata dal 35% degli intervistati.
La sostenibilità ambientale e il risparmio energetico sono temi sempre più in primo piano anche nel settore automobilistico, un campo in cui la ricerca, negli ultimi anni, si è concentrata nell’individuazione e sviluppo di tecnologie a impatto zero. Nonostante questo, quasi 3 italiani su 10 ancora non conoscono la classe euro della propria automobile: è quanto emerge da un’indagine del Centro Studi e Documentazione Direct Line. Dalla ricerca risulta infatti che se il 19% del campione non è certo della classe Euro della propria macchina, quasi un italiano su 10 (9%) confessa di ignorarla del tutto.
Rimandate in materia ‘Classe Euro’ le donne, bocciati i ragazzi: il 23% delle appartenenti al gentil sesso afferma infatti di non essere poi così certo di quanto inquini la propria auto e ben il 22% degli under25 confessa candidamente di non conoscere la classe euro.
Secondo le analisi di Euler Hermes, leader mondiale nell’assicurazione crediti (Allianz Group), il rallentamento della crescita mondiale spinge verso l’alto il numero delle insolvenze aziendali (+4% nel 2012) nel mondo. Il problema è che secondo le previsioni dell’ufficio studi di Euler Hermes la crescita continuerà anche nel prossimo anno per il quale si attende un ulteriore incremento del 5%.
Nel dettaglio, il rallentamento economico mondiale si rifletterà inevitabilmente sull’andamento globale delle insolvenze (Global Insolvency Index), atteso in crescita del 4% nel 2012. La tendenza dovrebbe rimanere verso il basso nelle Americhe (- 9%) mentre in tutte le altre regioni mondiali si registrerà un incremento. In Asia la crescita sarà del 4%, nei Paesi del Mediterraneo del 20% (Italia + 12%, in crescita continua negli ultimi 5 anni) ed infine nell’Eurozona la crescita sarà del 14% (Francia +4% mentre l’area costituita da Germania, Austria e Svizzera +1%).
Swiss Re, il colosso della riassicurazione con sede a Zurigo, ha pubblicato il suo nuovo studio Sigma intitolato "Facing the interest rate challenge" e dedicato questa volta al problema dei tassi di interesse. L’analisi del gruppo elvetico esplora l’impatto dei tassi d’interesse sul business assicurativo, spiegando come mai un aumento repentino dei tassi (o un periodo prolungato di tassi d’interesse bassi) possa essere un problema per gli assicuratori.
Negli ultimi trent’anni i tassi di interesse sono andati progressivamente al ribasso, e di recente i rendimenti sui titoli di stato decennali sono scesi sotto il 2% in svariati mercati. E se questa tendenza aiuta chi ha preso soldi in prestito ed è sommerso di debiti a pareggiare i propri bilanci, la stessa cosa non si può dire degli assicuratori, per cui invece i rendimenti limitati rappresentano un notevole disagio.
In allegato è possibile consultare lo studio originale diffuso da Swiss Re.
“In caso di incidente stradale le parti coinvolte sono tenute a compilare un modulo che riporta le principali coordinate dell’incidente, i dettagli sulle vetture e i dati personali dei soggetti”. Ma cosa succede nella realtà? Solo 1 italiano su 2 (50%) compila il modulo CAI con sicurezza mentre gli altri dichiarano di trovarsi in seria difficoltà.
Euler Hermes Italia, Società del gruppo Allianz specializzata nell’assicurazione crediti, presenta un'analisi sui mancati pagamenti delle Imprese italiane, relativa al primo semestre 2012.Il rallentamento economico dell’Italia prosegue su tutti gli indicatori congiunturali facendo prevedere per il 2012 un decremento del PIL pari al – 1,8%. Al trend negativo dell’economia italiana si unisce anche l’evoluzione dei tempi di pagamento e dei debiti non onorati per le imprese che operano nel settore privato, attesi in ulteriore deterioramento.
Luglio col bene che ti voglio, cantava una nota canzone degli anni ‘60 e come ogni anno, nei mesi estivi, milioni di italiani si mettono in viaggio verso le mete di vacanza. Secondo un’indagine condotta dal Centro Studi e Documentazione Direct Line, però, solo l’8% seguirà strettamente i consigli di Società Autostrade sui giorni e gli orari più indicati per la partenza, per evitare i rischi da bollino rosso. Il 28% si metterà in auto alle prime luci del mattino, mentre il 14% posticiperà la partenza in serata, nella speranza che il caldo conceda un po’ di tregua.
Con lo spread che sfiora quota 500, il tunnel della crisi che non finisce mai e il continuo aumento del prezzo della benzina si poteva ipotizzare qualche cambiamento nelle abitudini dei vacanzieri, almeno riguardo ai mezzi utilizzati, per raggiungere le mete agognate durante tutto l’anno. Invece no. Secondo la ricerca “Stetoscopio, il sentire degli assicurati italiani” realizzata da Quixa e MPS Marketing Problem Solving, l’86% degli italiani userà l’automobile per gli spostamenti, perché garantisce maggiore indipendenza (83%) ed è abbastanza capiente per trasportare borse e bagagli (72%).
La ricerca ha suddiviso gli italiani in quattro categorie: gratificati, obbligati, scontenti e spensierati in base al loro atteggiamento sul tema ferie e auto.
Da qui al 2040 la speranza di vita dei pensionati di 65 anni si allungherà sino a 88 anni per gli uomini e 92 anni per le donne, con un sensibile incremento rispetto al dato attuale (84 anni per gli uomini e 88 per le donne). La longevità di chi percepisce una rendita pensionistica resterà superiore alla media generale dell’intera popolazione. Sono questi i dati più significativi emersi dallo studio “La mortalità dei percettori di rendita in Italia”, presentato a Roma dal Consiglio Nazionale e dall’Ordine Nazionale degli Attuari, che stabilisce una sorta di pietra miliare per tutto il sistema previdenziale e assicurativo.
Ieri, presso l’elegante cornice di Villa Necchi Campiglio a Milano, Aon Benfield Italia – leader nel brokeraggio riassicurativo – ha illustrato le problematiche relative alla disciplina Solvency II e le potenzialità degli strumenti riassicurativi di essere una leva strategica per le richieste di Capital Requirement che ne deriveranno.