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Studi e ricerche
La mobile bank N26 ha realizzato uno studio che mostra come sia cambiato a livello europeo e italiano il panorama dei servizi on demand nel corso del 2020.
Da una ricerca realizzata da Italian Insurtech Association (IIA) e Yolo Group negli ultimi sei mesi sono state circa 400.000 le persone che hanno acquistato polizze digitali, con la prospettiva di arrivare entro fine anno al raddoppio dell’anno precedente (750.000), pari a una crescita del 114% rispetto al 2020. Le categorie di maggior interesse sono travel e sport (che rappresentano circa il 25% delle transazioni di polizze digitali), seguite da mobilità (23%), casa (11%) e salute (4%).
Neosurance, la scale-up insurtech globale osserva che analogamente a quando avvenuto nel mondo bancario con l’open banking e i pagamenti digitali, anche il settore assicurativo si sta aprendo a ecosistemi esterni, grazie a tecnologie che ne stanno completamente cambiando l’identità. Attraverso l’open insurance, la possibilità di proporre e fruire di polizze su piattaforme operanti in settori non assicurativi rivoluzionerà il rapporto tra assicurazioni e clienti.
Nel clima di pessimismo imperante che aleggia dal momento dell’esplosione della crisi sanitaria, lo studio “The State of Growth” realizzato da Oracle NetSuit, riporta un po’ di luce, sostenendo che il 72% delle aziende italiane ha raggiunto o superato l’obiettivo di crescita prefissato per il 2020, nonostante le difficoltà e i problemi.
Il gruppo Allianz ha presentato l’edizione 2021 del tradizionale “Global Insurance Report”, che analizza i mercati assicurativi di tutto il mondo. I risultati dell’ultima edizione ci dicono che l’industria assicurativa è stata colpita in maniera tutto sommato leggera dall’emergenza sanitaria. Infatti, nel 2020, la raccolta premi globale è diminuita soltanto del 2,1%.
Le compagnie assicurative devono integrare modelli di distribuzione fisici e digitali per offrire una migliore customer experience dopo la pandemia. Secondo il World Insurance Report 2021 di Capgemini ed Efma, le compagnie di successo riusciranno a connettere i canali e potenziare le proprie reti di distribuzione con le tecnologie emergenti per far fronte all’impatto del Covid su acquisizione e fidelizzazione dei clienti.
Le parole d’ordine della “nuova normalità” italiana? Famiglia, salute, tecnologia. Il mondo è cambiato e così anche i nostri valori, il livello di fiducia e il nostro modo di relazionarci e comunicare. Ci fidiamo più della famiglia che di noi stessi, abbiamo riscoperto l’importanza della salute e della prevenzione e abbiamo una grande voglia di socialità, ma senza rinunciare agli aspetti positivi della tecnologia. È questo il quadro che emerge dalla ricerca “Fiducia, relazioni e comunicazione: la società italiana nell’era del Covid-19” condotta da BNP Paribas Cardif in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra MR.
Nella complessa fase che le grandi aziende stanno affrontando, le minacce percepite per il business in Italia riguardano da un lato categorie di rischio “tradizionali” (come quelle finanziarie e operative), e dall’altro rischi emergenti come ad esempio quelli informatici, reputazionali e ESG.
L’indagine prodotta da IIA – Italian Insurtech Associtation, in collaborazione con EMF Group, che ha interpellato gli intermediari, coinvolgendo sia broker che agenti di assicurazione mono e plurimandatari, sul livello di digitalizzazione del loro business, rivela che la maggior parte degli intermediati non teme la disintermediazione dall’utilizzo di strumenti online. Se il 50% dei broker non ha paura dell’avvento del digitale nel rapporto con il cliente, la percentuale sale al 59% nel caso degli agenti monomandatari e al 63% per quelli plurimandatari.
Secondo quanto emerge dal nuovo rapporto Financial Services Risk Trends: An Insurer’s Perspective di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), le istituzioni finanziarie e i loro vertici aziendali devono affrontare un mondo in rapido cambiamento, caratterizzato da rischi emergenti che nascono da esposizioni ai rischi informatici vista la forte dipendenza dalla tecnologia, il numero crescente di richieste riferite alla compliance e le problematiche relative al Covid-19.
Il cambiamento climatico e la conseguente transizione energetica continuano a trasformare il panorama dei rischi e si confermano la sfida dominante per il settore energy: è quanto emerge dall’Energy Market Review 2021 di Willis Towers Watson.
Nel 2021 il commercio internazionale farà registrare una crescita del 7,6% in volume, con la ripresa che si consoliderà nel 2022 con un’ulteriore +5,3%.
Incentivato da programmi di finanziamento pubblico in tutto il mondo, si prevede che l'idrogeno giocherà un ruolo di primo piano nella transizione energetica verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Come alternativa ai combustibili fossili quali petrolio e carbone, l’uso dell’idrogeno potrebbe essere fondamentale per affrontare il cambiamento climatico, aiutando molte industrie a ridurre le loro emissioni di carbonio.
La filiera della carta è un comparto fondamentale per l’economia italiana: con i suoi 25 miliardi all’anno di fatturato, l’industria della carta genera business pari all’1,4% del PIL. Ma non solo. Grazie al tasso di utilizzo della carta da riciclare vicino al 60% e all’indice di riciclo degli imballaggi dell’80%, infatti, la filiera della carta è anche uno degli attori principali della transizione ecologica.
Due anni dopo la prima edizione, che aveva sottolineato la resilienza degli italiani nonostante le difficoltà economiche e un certo senso di mancata protezione, BNP Paribas Cardif, in collaborazione con Ipsos, ripropone la ricerca internazionale sulle preoccupazioni, le aspettative e le esigenze delle persone. E le differenze non mancano.