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Studi e ricerche
Willis Towers Watson, in occasione del lancio della sua annuale Renewable Energy Market Review, ha rivelato che il cambiamento climatico e la conseguente transizione verso le energie rinnovabili e le iniziative a basse emissioni di carbonio, così come la crescente importanza dei principi ESG (Environmental, Social e Governance), trasformeranno il panorama di rischio del settore delle energie rinnovabili.
Il premio medio delle polizze Rc Auto continua a calare. È quanto rileva l’Ania in base ai dati riguardanti i contratti rinnovati a dicembre 2020.
Deloitte ha presentato la dodicesima edizione del report “Tech Trends”, lo studio che esplora tecnologie emergenti, strategie di business e processi di trasformazione digitale nel nuovo contesto socio-economico, con l’obiettivo di offrire insight e consigli utili ai leader aziendali per affrontare le sfide dei prossimi 18-24 mesi.
L’innovazione tecnologica e la digital transformation sono diventati temi centrali all’interno delle strategie e dei piani industriali di tutto il settore finanziario. Per continuare ad essere competitivi nel nuovo ecosistema, i player assicurativi dovranno ridisegnare i loro modelli di business alla luce del processo di digitalizzazione in atto.
Tra marzo e settembre dello scorso anno, circa 3 milioni di italiani sono stati costretti a rinunciare alle cure mediche per le difficoltà economiche sopraggiunte durante la pandemia. È quanto emerge dalla ricerca commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat.
L’anno della pandemia è stato anche l’anno dello smart working, una riorganizzazione del modo di lavorare e dell’utilizzo del tempo al quale ci stiamo un po’ tutti abituando.
Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) ha presentato l’edizione 2021 della sua indagine annuale sui rischi aziendali globali, che aggrega le opinioni di ben 2.769 esperti, tra cui CEO, risk manager, broker ed esperti assicurativi, provenienti da oltre 92 Paesi.
Segugio.it, ha presentato la nuova edizione dell’Osservatorio Assicurativo Auto e Moto, che con frequenza mensile monitora le centinaia di migliaia di preventivi assicurativi effettuati sul suo sito.
Le imprese europee prevedono che nei prossimi tre anni un terzo (29%) dei propri dipendenti continuerà a lavorare da casa, con una riduzione contenuta rispetto al dato attuale (38%) determinato da pandemia e quarantena. Lo rivela la “Flexible Work and Rewards Survey” condotta da Willis Towers Watson.
Qual è il desiderio degli italiani per il 2021? In assoluto che finisca la pandemia (74%), che arrivi il vaccino (48%) e che si attenui la crisi economica. Questo è quanto emerge dall’Osservatorio Compass, la ricerca promossa dalla società del credito al consumo del Gruppo Mediobanca per indagare il comportamento di acquisto degli italiani in occasione del Natale.
Il 53% degli italiani ha annullato o ridotto a quelle indispensabili, le visite mediche che aveva programmato negli ultimi mesi. Una scelta determinata per il 23% dalle decisioni delle strutture sanitarie che, dovendo fronteggiare l’emergenza dettata dalla pandemia, si sono viste costrette a posticipare o addirittura cancellare parte delle visite.
Le difficoltà che le aziende vivono sulla propria pelle e le preoccupazioni per la crisi economica non spengono la voglia di guardare avanti delle imprese italiane, in particolare per quanto riguarda l’innovazione in ambito HR. Innovazione che, anzi, viene riconosciuta come sempre più necessaria: il 67% delle imprese mette la digitalizzazione in cima alla lista delle priorità e il 60% indica nello smart working l’iniziativa più urgente su cui investire per quanto riguarda la gestione delle risorse umane. Dopo averlo sperimentato in modo forzato durante l’emergenza, infatti, solo il 6% delle imprese dichiara di voler tornare alle condizioni preesistenti senza smart working.
La metà degli italiani in smart working non si sente pronta a tornare in ufficio. Solo il 28% sarebbe pronto a ricominciare. Quasi tre quarti degli intervistati (74%) si dichiara preoccupato per i potenziali rischi legati al ritorno in ufficio e all’utilizzo dei mezzi pubblici.
Oltre l’80% delle organizzazioni afferma che le proprie catene di approvvigionamento hanno subito l’impatto della crisi innescata dalla pandemia e la stragrande maggioranza dichiara di essere in difficoltà a tutti i livelli: è quanto emerge da una nuova ricerca del Capgemini Research Institute, dal titolo “Fast forward: Rethinking supply chain resilience for a post-COVID-19 world”.
Nonostante l’emergenza per il Covid-19, le retribuzioni in Italia nel 2020 sono cresciute del 2,4%, ma solo per effetto dei vincoli contrattuali. Il 70% delle aziende ha infatti incluso gli aumenti retributivi previsti nel cedolino di marzo, quando l’impatto della pandemia iniziava a farsi sentire in Italia e nel resto d’Europa.