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Studi e ricerche
Presentati a Milano i risultati della prima edizione dell’Osservatorio sul Risk Management nelle PMI italiane, realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, nell’ambito delle attività di ricerca della Cattedra Cineas di Global Risk Management, in collaborazione con the FinC - the Finance Centre e con Confapi Industria.
Obiettivo dell’indagine era, in particolare, analizzare lo stato dell’arte relativo alle pratiche di gestione del rischio adottate dalle imprese italiane non finanziarie di piccole e medie dimensioni, dunque studiare la loro cultura di rischio, i metodi scelti, evidenziare le aree di rischio più rilevanti, la frequenza dei controlli, l’intensità degli investimenti, la propensione al rischio (risk appetite).
Oculati sì, ma un po’ meno rigidi. I risparmiatori italiani, tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013, hanno messo in atto dal punto di vista economico strategie un po’ meno rigorose per realizzare i propri progetti di vita, continuando a tagliare le spese superflue, riducendo meno le spese importanti e soprattutto mettendo da parte per risparmiare e magari per investire. È quanto emerge dalla terza rilevazione dell’Osservatorio ANIMA (la seconda risale a ottobre 2012), l’indagine realizzata da ANIMA Sgr, il maggior operatore indipendente del risparmio gestito italiano, in collaborazione con la società di ricerche di mercato GFK Eurisko.
Secondo l’ultimo sondaggio del Centro Studi Direct Line non sono molti gli italiani al volante che hanno abitudini eco-compatibili. L’indagine evidenzia, infatti, il persistere, fra gli automobilisti italiani, di comportamenti dannosi oltre che per la salute anche per l’ambiente in cui viviamo. Il 39% del campione intervistato ha ammesso di aver visto veicoli in sosta con il motore acceso, per riscaldare l’abitacolo d’inverno e raffreddarlo in estate. Non è eco-friendly neppure il comportamento di chi non effettua i controlli periodici sull’auto semplicemente perché a prima vista può apparire in perfette condizioni, denunciato dall’11% del campione.
La crisi in Europa non è ancora finita per le imprese. Secondo l’ultima analisi realizzata da Coface, il mondo presenta uno scenario prudente per l‘economia mondiale nel 2013. La ripresa dei Paesi avanzati resta in balia del debito pubblico e privato. Inoltre, non migliora la fiducia delle famiglie e delle imprese, alla luce del deterioramento del mercato del lavoro e delle riforme istituzionali incompiute in Europa. La mancanza di trasparenza delle politiche di bilancio USA a sua volta rischia di pregiudicare la crescita americana.
Primi giorni del nuovo anno, nuovi propositi fra cui magari la scelta automobile. In quest’ottica l’Osservatorio dei Servizi Linear ha voluto fotografare lo scenario automobilistico della Penisola e ciò che pensano i suoi abitanti in fatto di costruttori di automobili. Ecco i risultati: su un campione di 10 Paesi a livello mondiale i primi tre della classe, Germania, Italia e Giappone, si spartiscono ben l’88% delle preferenze.
Nel complesso, le imprese industriali continuano ad effettuare investimenti per rimuovere l'inquinamento dopo che questo è stato prodotto, anziché integrare i propri impianti con tecnologie più “pulite” che contribuiscono a proteggere l’ambiente dagli effetti negativi del processo produttivo. Lo rileva il Report “Gli investimenti per la protezione dell’ambiente delle imprese industriali” pubblicato dall’Istat e relativo all’anno 2010 secondo il quale nel 2010 gli investimenti per il trattamento dell'inquinamento a valle dei processi produttivi, il cosiddetto “end-of-pipe” (1.440 milioni di euro) sono ancora la componente più rilevante degli investimenti per la protezione dell'ambiente, con un incidenza del 74,8% sul totale, contro il 25,2% degli investimenti integrati (485 milioni di euro) collegati a tecnologie più avanzate.
Gli analisti del settore assicurativo si aspettano una maggiore redditività dalle compagnie assicurative più performanti nonostante le difficili condizioni di mercato. È quanto rileva una ricerca di Accenture anticipata in esclusiva da Radiocor, sottolineando come le società premiate saranno quelle che cresceranno sui mercati emergenti. L’indagine condotta dall’Institutional Investor Research Group ha riguardato 68 analisti di Borsa del settore assicurativo di 16 Paesi e una vasta gamma di argomenti come gli utili e le strategie di crescita inquadrate nel contesto delle sfide più impegnative dell'industria assicurativa. La ricerca rivela che gli analisti prevedono che le compagnie assicurative a cui è stato assegnato “buy” avranno un Roe prima delle tasse del 14,9% nel 2012 contro il 13,7% del 2011. Le aspettative di redditività continueranno a salire anche nei prossimi tre anni: la metà degli intervistati si aspetta un incremento del Roe al lordo delle tasse delle compagnie che hanno ricevuto un “buy”.
Una larga fetta di italiani, soprattutto a causa della crisi economica, è sempre più attenta alle spese di natura medica: ben il 51% infatti afferma di fare molta più attenzione ad aprire il proprio portafoglio in occasione di spese legate alla salute. E sempre più numerose sono le occasioni in cui i cordoni della borsa restano del tutto chiusi: un italiano su cinque (19%) dichiara apertamente di sottoporsi a minori visite e controlli proprio perché comportano un costo troppo elevato che non può permettersi.
Secondo la nuova pubblicazione economica Panorama Settori del gruppo assicurativo Coface che valuta i rischi settoriali del mondo, il rischio credito medio risparmia pochi settori. Costruzioni, metallurgia e distribuzione sarebbero i comparti più vulnerabili. Solidi la farmaceutica, l’energia e i trasporti, mentre sotto sorveglianza sono l’agroalimentare, l’auto e l’elettronica.
Le soluzioni assicurative più importanti? Le polizze vita e quelle di protezione della casa. È questo il principale risultato di un sondaggio realizzato da Zurich Insurance Group (Zurich) in otto Paesi europei.
Italiani in prima linea nella manutenzione della propria auto. Sarà colpa della crisi e della volontà di risparmiare qualche euro oppure puro piacere e dedizione? L’Osservatorio Linear dei Servizi nell’ultima ricerca commissionata a Nextplora ha messo in luce la propensione degli automobilisti italiani verso la cura e la manutenzione delle proprie autovetture. Dal controllo dei livelli dei liquidi (56%) alla ricerca dell’assicurazione auto in prima persona (72%) passando dal 57% che pulisce la propria automobile autonomamente, gli italiani risultano virtuosi.
Sempre più spesso si sente parlare di turismo sanitario come di un fenomeno in crescita, specie per l’odontoiatria. Ma quella di farsi curare in un paese straniero è davvero un’opportunità che piace agli Italiani?
La maggioranza degli intervistati (54%) dichiara in maniera netta che non lo farebbe mai mentre solo il 6% afferma di essersi affidato a questo tipo di soluzione. Il 17%, inoltre, non esclude a priori questa possibilità.
Il 76% dei conducenti morti sulle strade italiane ha più di 30 anni, ma associazioni, politici e mass-media continuano a puntare solo sul mondo giovanile. I dati emergono da un’indagine del portale SicurAUTO.it che ha analizzato i recenti dati Aci-Istat sugli incidenti stradali.
I conducenti under 30 deceduti nel 2011 rappresentano solo il 24,3% del totale. Un dato che di certo non cancella l’elevato rischio legato ai giovani, ma che apre ad una profonda riflessione sulle logiche sino adesso adottate.
L’accorpamento delle province che, secondo il decreto legge approvato dal governo Monti dovrebbero scendere dalle attuali 86 a 51, spingerà in alto i premi Rc Auto. Secondo uno studio realizzato dal comparatore Facile.it l’effetto di questa manovra potrebbe essere particolarmente pesante sul fronte degli aumenti delle polizze Rc Auto. Oltre 1,5 milioni di assicurati residenti soprattutto al Nord, potrebbero vedersi aumentare del 2% il premio della polizza, per via della variazione dell'imposta provinciale sulle assicurazioni auto.
Italiani popolo all’antica e rispettosi delle tradizioni? Forse si, ma non quando si parla di auto e tutto ciò che vi gira intorno. L’Osservatorio Linear dei Servizi nell’ultima ricerca commissionata a Nextplora ha infatti evidenziato il forte approccio web/social legato al mondo delle automobili. Il risultato? Quando si tratta di cercare informazioni per la scelta della nuova auto, ad esempio, il canale più utilizzato è il “mondo online” (92%). Web, forum e social network la fanno ora da padroni, recarsi dal concessionario (36%) e informarsi su riviste di settore (22%) sembrano ormai “acqua passata”. Uno scenario multimediale che rispecchia ad hoc gli ultimi dati diffusi da Audiweb riferiti al primo semestre 2012 che indicano in 38 milioni gli italiani che accedono alla Rete da qualsiasi luogo e device, ovvero ben il 79,9% della popolazione. Universo donna sempre più online nel giorno medio, con 5,3 milioni di donne collegate almeno una volta da computer.