Istat
Nel 2024 il mercato delle immatricolazioni auto per i privati con partita IVA ha segnato un sostanziale equilibrio, chiudendo l’anno con 190.286 unità immatricolate, in leggera flessione dello 0,6% rispetto al 2023.
Luglio segna una contraddizione evidente tra le percezioni dei consumatori e quelle delle imprese italiane: da un lato torna a crescere la fiducia dei cittadini, dall’altro si incrina quella delle imprese, in particolare nei settori dei servizi e delle costruzioni.
Nel 2024 in Italia si è registrato un aumento degli incidenti stradali del 4,1%, con un totale di 173.364 sinistri che hanno provocato lesioni a persone, mentre il numero delle vittime è leggermente diminuito (-0,3%), attestandosi a 3.030. Questi dati, elaborati da Aci e Istat, fotografano un ritorno a una mobilità su livelli analoghi a quelli pre-pandemia, con un aumento degli spostamenti per lavoro, studio e turismo.
Il conto dell’inverno demografico per l’Italia si sta facendo ogni giorno più pesante e concreto. Non si tratta più solo di grafici e previsioni, ma di numeri reali che cominciano già a incidere sul presente: a settembre 2025 ci saranno 134mila studenti in meno rispetto all’anno precedente. È il primo segnale tangibile di una tendenza che investe tutta la catena sociale ed economica: dalla scuola al lavoro, dalle pensioni alla sanità, fino al Pil.
Nel mese di aprile 2025, l’industria italiana mostra un segnale incoraggiante di ripresa: secondo le stime dell’Istat, la produzione industriale, al netto della stagionalità, è aumentata dell’1,0% rispetto a marzo. Si tratta di un rimbalzo significativo, che si riflette anche nei dati trimestrali: il periodo febbraio-aprile registra infatti una crescita dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
Il 2023 è stato un anno da record per le temperature globali, il più caldo mai registrato dal periodo pre-industriale. È quanto afferma il Rapporto Annuale dell’Istat, precisando che in Europa, solo il 2020 è stato più rovente, mentre in Italia il primato dell’anno più caldo resta al 2022.
Ad aprile 2025, sia la fiducia dei consumatori che quella delle imprese in Italia continuano a segnare una flessione, secondo i dati diffusi dall’Istat. L’indicatore di fiducia dei consumatori scende da 95,0 a 92,7, mentre il clima di fiducia delle imprese diminuisce da 93,2 a 91,5.
Nel 2024, l'economia italiana ha registrato una crescita del Pil in volume dello 0,7%, in linea con il dato del 2023, ma inferiore alla stima del governo che prevedeva un aumento dell'1%.
Nel 2024, la produzione industriale in Italia ha registrato un calo del 3,5%, con una flessione tendenziale che ha caratterizzato ogni mese dell’anno.
A novembre 2024, l'Istat segnala un ulteriore aumento nella produzione del settore delle costruzioni, con il terzo incremento mensile consecutivo. L'indice destagionalizzato ha raggiunto il livello più alto da gennaio 2024.
A novembre 2024, l’Istat ha registrato un incremento dello 0,3% dell’indice destagionalizzato della produzione industriale rispetto a ottobre. Tuttavia, nel periodo medio del trimestre settembre-novembre, la produzione ha subito una flessione dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
Secondo i dati elaborati dall’Istat, nel 2022 il valore aggiunto generato dall'economia non osservata (somma di economia sommersa e attività illegali) si è attestato a 201,6 miliardi, segnando una crescita del 9,6% su anno (quando era 184 miliardi).
Secondo il report di Istat sull'andamento della povertà in Italia, nel 2023 sono stati rilevati poco più di 2,2 milioni di nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale degli individui residenti, come nell'anno precedente).
Secondo le stime dell’Istat, nel mese di settembre L'Istat migliora sia l'indice del clima di fiducia dei consumatori (da 96,1 a 98,3) sia delle imprese (da 94,7 a 95,7).
Il 66,5% delle imprese manifatturiere ha intrapreso azioni di sostenibilità nel corso del 2022: il 55,6% ha adottato azioni di tutela ambientale, il 48,0% di responsabilità sociale e il 56,1% di sostenibilità economica. Le grandi imprese (86,9%) sono state più attive in tutte le pratiche rispetto alle piccole (43,6%).