Cyber Risk
Basso livello di preparazione, mancanza di tempestività, lacune tecnologiche e budget: sono questi i gap più evidenti delle aziende italiane in ambito cyber security, secondo quanto emerge dallo studio Hacked Off, condotto da Bitdefender su oltre 6.000 lavoratori in otto paesi, per verificare la percezione della sicurezza informatica da parte dei professionisti IT, il livello di preparazione delle aziende e la tempestività nel risolvere eventuali problemi, come la violazione dei dati.
Le aziende italiane investono in cyber security oltre il 10% del loro budget IT, in linea con la media globale, ma il ritorno sugli investimenti non soddisfa le aspettative.
Negli ultimi due anni si è registrato un vero boom di attacchi cyber, con un incremento di intrusioni del 1.000%. Grazie al rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale gli attacchi si sono spostati dal semplice furto di dati all'aggressione all’operatività di infrastrutture critiche, come le reti energetiche e dell’acqua, o i trasporti pubblici.
Quattro tavole rotonde, dedicate ad IoT e nuovi modelli di gestione d’impresa, cyber risk e imprese italiane, cambiamenti climatici e impatto sulle organizzazioni, distorsione percettiva e comunicazione corporate nell’era delle fake news.
Un corso di laurea in cyber risk. Ha preso il via il Master of Science, in inglese, organizzato dall’Università Bocconi e dal Politecnico di Milano. Curioso che circa la metà degli studenti iscritti al corso dedicato ai rischi connessi alle nuove tecnologie, siano donne.
Condividere dati sul web su molteplici piattaforme digitali come siti di e-commerce, social network, siti di prenotazione di viaggi e molto altro espone, infatti, a numerosi rischi, confermati anche da una recente ricerca di Lexis Research per Europ Assistance, secondo cui il 90% degli italiani naviga quotidianamente, ma solo il 58% utilizza antivirus sul proprio smartphone e quasi la metà degli intervistati (49%) dichiara di utilizzare sempre la stessa password su siti e per servizi online diversi, compromettendo il livello di sicurezza dei propri dati.
Gli hacker cinesi hanno messo nel mirino la ricerca medica e farmaceutica, concentrando le proprie attenzioni sugli sviluppi della ricerca sul cancro. È quanto sostiene Luke McNamara, Principal analyst di FireEye, azienda americana attiva nel settore della sicurezza informatica, a seguito della pubblicazione del report “Double Dragon, APT41, a dual espionage and cyber crime operation”.
Sono i Millennial le vittime più numerose di frodi online che implicano la consegna di denaro ai truffatori, secondo una ricerca di Lloyds Bank. Più di qualsiasi altra fascia d’età sono infatti i cosiddetti “nativi digitali” a dimostrare di essere i più sprovveduti al rischio frode online.
Il broker svizzero di riassicurazione e riassicurazione Capsicum Re e Swiss Re hanno lanciato un prodotto di riassicurazione cyber denominato Decrypt per la copertura di rischi cyber, compresi quelli silenti. Oltre a riassicurare danni fino a 50 milioni di dollari per cliente, l’approccio modulare di Decryptaiuta le assicurazioni a individuare e quantificare le esposizioni cyber nascoste nella polizze tradizionali.
Il numero di violazioni della cyber security aumenteranno di quasi il 70% nei prossimi cinque anni, fino ad arrivare a costare complessivamente alle aziende di tutto il mondo circa 5 trilioni di dollari all’anno, pari a un forte incremento rispetto ai 3 trilioni di oggi.
Barracuda, fornitore leader di soluzioni di sicurezza cloud enabled ha reso noti i principali risultati dell’indagine Email Security Trends che ha coinvolto stakeholder IT di tutto il mondo per comprendere le loro esperienze e gli atteggiamenti nei confronti dello stato attuale della sicurezza email.
Scoperte 74.360 varianti sconosciute di malware dall’inizio dell’anno a oggi. Boom dei kit ransomware-as-a-service (RaaS) e malware open-source. É quanto emerge dall’ultimo report di SonicWall sulle cyberminacce, basato su dati reali forniti da più di 1 milione di sensori di sicurezza internazionali presenti in oltre 200 Paesi.
Nel corso della prima parte dell’anno gli utenti colpiti da virus che rubano le password sono aumentati del 60%, secondo uno studio realizzato da Kaspersky.
Secondo un’elaborazione Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, tra la fine del 2017 e i primi tre mesi del 2019, le imprese italiane che offrono servizi nel campo della sicurezza informatica o della cyber security sono aumentate di oltre il 300%, passando da poco meno di 700 a oltre 2.800.