Brexit
A poche settimana dall’esito del referendum che ha sancito l’uscita dall’Unione europea e il terremoto politico che ha portato alla guida il nuovo premier Theresa May, Londra continua a fare i conti con l’accavallarsi di segnali negativi circa le prospettive future del Regno Unito.
Nel tentativo di definire lo scenario post-Brexit in molti si sono interrogati sul futuro di Londra, attuale indiscussa capitale finanziaria d’Europa. In una nota rivolta ai leader economici della città lo scorso martedì, il sindaco Sadiq Khan si è espresso chiaramente su quello che è necessario fare per proteggere le attività economiche che hanno sede nella City.
Secondo un’analisi di Deutsche Bank le compagnie del ramo vita continueranno ad accusare il contraccolpo della Brexit ancora per un po’, rimanendo – all’interno del settore assicurativo - le più vulnerabili agli shock dei mercati.
Dopo 43 anni, il Regno Unito ha votato a favore dell’uscita dall’Unione Europea, segnando un cambiamento di portata epocale.
La reazione dei consulenti finanziari indipendenti (i cosiddetti IFA, Independent Financial Advisers) all’intenzione del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea è stata di forte preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda la situazione patrimoniale dei cittadini britannici che vivono e lavorano in altri stati comunitari, i cosiddetti “Expat”.
Il sorprendente risultato del referendum di giovedì scorso ha spiazzato l’intera comunità finanziaria che dava ormai per scontata la vittoria del “remain”. Dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea si sono aperte le porte a mille interrogativi e incertezze, soprattutto riguardo al futuro del prestigioso mercato assicurativo dei Lloyd’s.
Il settore assicurativo è pronto a essere colpito da una serie di forti cambiamenti ora che il Regno Unito abbandonerà ufficialmente l’Unione Europea. In particolare la perdita dei diritti collegati agli accordi di Schengen obbligherà molte compagnie a valutare forti ristrutturazioni e riposizionamenti.
L’uscita del Regno Unito dall’UE è un evento di enorme importanza politica. Allo stesso tempo però anche la portata economica del voto sarà notevole, essendo l’UK la seconda potenza industriale a livello comunitario.
L’atteggiamento dei broker nei confronti della Brexit si è fatto negli ultimi mesi sempre meno ostile. Secondo una recente indagine condotta da FWD Consulting tra 250 operatori finanziari, il numero dei favorevoli all’uscita dall’UE è aumentato dal 22% al 26%, mentre i contrari sono passati dal 43% al 39%. Gli indecisi invece rimangono stabili sul 35%.
L’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea potrebbe favorire i processi di merger & acquisition nel settore assicurativo.
Se il Regno Unito uscisse dall’Unione Europea a soffrirne non sarebbero soltanto i Paesi coinvolti ma l’economia globale.
Le opinioni dei broker britannici sulle conseguenze dell’eventuale Brexit sono le più diverse. Secondo i risultati del sondaggio realizzato dalla società BLM, il 42% dei broker del Regno Unito non pensa ci possano essere impatti sui comportamenti di acquisto di soluzioni assicurativi, a fronte di un 40% che invece crede che l’uscita dall’Unione Europea avrà un impatto significativo, mentre il 18% del campione non ha le idee chiare su ciò che potrebbe succedere.
Giovedì 7 aprile a Milano, presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo, via Romagnosi 8, dalle ore 14:00 alle 18:00, si svolgerà il Convegno organizzato da ANRA (Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali) che sarà diviso in due atti “Il rischio dialoga con la mente” e “Brexit: scenari e rischi”.