Cambiamenti climatici
L’evoluzione regolamentare, il processo di digitalizzazione che sta trasformando lo scenario economico e sociale, la crescente affermazione dell’Insurtech che favorisce la disintermediazione del mercato, i progressi scientifici che concorrono all’incremento delle prospettive di vita e i cambiamenti climatici che aumentano i grandi rischi legati agli eventi naturali sono tra i principali fattori di cambiamento del mondo assicurativo.
Gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno già sentire, con il loro bagaglio di conseguenze. Il clima anomalo di questo febbraio ne è un esempio. Caldo e siccità hanno favorito il risveglio anticipato delle colture vegetali. Una finta primavera che ha tratto in inganno le coltivazioni che ora si trovano in una situazione di grande vulnerabilità, nel caso in cui ci fosse un ritorno alle temperature basse.
In concomitanza con il via della CoP 24 di Katowice, la rete Unfriend Coal – che comprende Greenpeace e Re:Common – ha lanciato un report per analizzare il sostegno dell’industria assicurativa al comparto carbonifero.
Il cda di Generali ha approvato la strategia sul cambiamento climatico. Presa in fallo pochi giorni fa per il ruolo svolto come assicuratore delle principali centrali a carbone attive in Polonia, il gruppo triestino ha risposto prontamente, adeguando il proprio business con l’impegno della comunità nell’affrontare le grandi sfide globali, a cominciare da quella del cambiamento climatico.
I cambiamenti climatici rappresentano la principale fonte di preoccupazione per i Millennials di tutto il mondo. È quanto emerge dal sondaggio annuale Global Shapers Survey pubblicato dal World Economic Forum.
Circa la metà della popolazione mondiale con meno di 30 anni (il 48,8%) ha infatti individuato nel cambiamento climatico il fattore più delicato sul quale intervenire.
Zurich ha presentato i risultati della quarta edizione del sondaggio internazionale sull’impatto dei cambiamenti climatici su oltre 2.600 PMI, in 13 Paesi del mondo in Europa, America e Asia-Pacifico.
La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) americana ha diffuso delle nuove stime riguardo all’andamento della stagione meteorologica in corso, annunciando un peggioramento nelle previsioni del numero di uragani e tempeste tropicali rispetto a quanto calcolato nei primi mesi dell’anno.
Mercer, società di consulenza e analisi finanziaria, ha recentemente condotto uno studio sull’impatto che i cambiamenti climatici avranno sugli investimenti delle compagnie assicurative. Ravi Rastogi, direttore dell’insurance investment team dell’azienda, ha analizzato alcune ipotesi scenari futuri legati al surriscaldamento globale, in particolare un aumento della temperatura media di 2°C, di 3°C e 4°C nei prossimi 5 anni.
Il rischio di pandemie è uno dei più recenti campi di applicazione dell’insurance, insieme alle minacce terroristiche e ai cyber-attacchi. Negli ultimi anni infatti si è assistito a continue emergenze sanitarie causate dalla diffusione di malattie ad alto tasso di contagio, che hanno causato migliaia di morti in diverse aree del mondo. Zika è solo l’ultima di una lunga serie.
L’associazione no-profit inglese “Influence Map” ha stilato la classifica delle maggiori aziende internazionali in base alla loro influenza nella lotta ai cambiamenti climatici. L’obiettivo dell’analisi è stato di cercare di capire l’impegno profuso dalle corporate per arginare i danni causati dai cambiamenti climatici.
Il riscaldamento del pianeta è una realtà che comporta notevoli rischi anche per il nostro Paese. Se complessivamente oggi le aree siccitose coprono oltre il 41% della superficie terrestre e vi vivono circa 2 miliardi di persone, il 21% del territorio italiano risulta essere a rischio desertificazione. Il 41% del quale si trova al Sud.